Rispetto
In cucina, rispetto vuol dire molto più che seguire una ricetta: è un atto profondo di attenzione verso gli ingredienti, le persone, i territori e le stagioni.
Dava valore agli scarti, creava sapori complessi con pochi elementi e si adattava con creatività al ritmo naturale delle stagioni.
Preparare un piatto con ingredienti del momento non era una scelta ideologica: era rispetto per la terra e per il tempo.
Oggi, però, il rispetto sembra smarrito.
L’omologazione dei gusti, la produzione intensiva, la corsa alla disponibilità costante di ogni prodotto stanno logorando l’equilibrio millenario tra uomo e ambiente.
Il cambiamento climatico ne è una delle conseguenze più drammatiche.
Le stagioni si sfaldano, le temperature alterano i raccolti, e la cucina perde i suoi punti di riferimento.
In questo contesto, recuperare il rispetto in cucina diventa un gesto etico e necessario.
Significa tornare a chiedersi: da dove arriva ciò che mangio? In quale stagione cresce? Chi lo ha coltivato o pescato? È ancora tempo di carciofi? È giusto pretendere pomodori a dicembre?
Una cucina rispettosa è una cucina che ascolta.
Che segue la natura invece di forzarla.
Che riconosce il valore della biodiversità e sceglie ingredienti locali, sostenibili, stagionali.
Che cucina con tutto: anche con le bucce, i gambi, i ritagli.
Che non spreca.