Gli scenari che stiamo vivendo rendono non più procrastinabile la trasformazione da un sistema produttivo intensivo e non sostenibile, dal punto di vista dell’impiego delle risorse, a un modello che invece ha nella sostenibilità, ambientale, sociale ed economica, il proprio punto di forza.
In questo contesto, il cibo diventa elemento trasversale non solo perché attraverso di esso si arriva a tutti ma anche, e soprattutto, perché nel cibo “buono, pulito, e giusto”, nella sua produzione, trasformazione, distribuzione e consumo è già contenuta la transizione ecologica.
Infatti, ormai oltre il 50% della popolazione mondiale vive nei centri abitati ed entro il 2050 questa percentuale raggiungerà il 70%.
Sono quindi gli abitanti delle città, Messina inclusa, a consumare la maggior parte del cibo prodotto nel mondo, con tutto quello che comporta in termini di uso del suolo, utilizzo di acqua dolce ed emissioni di Co2. Il compito di chi governa è quello di mettere in campo, oggi, politiche alimentari in grado di affrontare gli scenari futuri, affinché cibo buono, pulito, giusto e sano possa essere disponibile per tutti.
Non solo, ma senza una profonda trasformazione del sistema alimentare urbano non potrà esserci sicurezza alimentare e non potrà verificarsi alcuna transizione ecologica.
È questo il motivo che ha spinto Slow Food Sicilia e la sua Comunità dello Stretto di Messina ad invitare la città di Messina a dotarsi di una politica del cibo (“Food Policy”), partecipando insieme a soggetti diversi al raggiungimento di obiettivi fondamentali, come la lotta agli sprechi, la promozione di diete sostenibili, il riavvicinamento e l’integrazione del contesto urbano con la campagna circostante promuovendo anche la lotta al caporalato.
Una collaborazione che prenderà vita il prossimo 7 settembre con la firma di un protocollo di intesa che vedrà coinvolti, quindi, anche la Camera di Commercio di Messina e la Fondazione di Comunità di Messina.
La nostra città, potrà così avviare un percorso visionario – ma concreto – condiviso con tutta la comunità, che farà entrare Messina nella rete di città come Milano, Bergamo, Bari, Roma, Birmingham, Marsiglia, Vienna, New York che, già da tempo, lavorano sulle politiche alimentari per contribuire ai Sustainable Development Goals delle Nazioni Unite.
La firma del protocollo avverrà a margine di una tavola rotonda (v. locandina allegata) dal titolo “Transizione Ecologica e Food Policy”, che si svolgerà nei locali della fondazione Horcynus Orca (7 settembre – ore 18:00) ed alla quale parteciperanno anche:
Francesco Sottile, membro dell’Executive Board di Slow Food International
Roberta Billitteri, vice presidente di Slow Food Italia
Fabio di Francesco, presidente di Slow Food Sicilia
Ivo Blandina, presidente della Camera di Commercio di Messina
Gaetano Giunta, segretario generale della Fondazione di Comunità di Messina
Nella sua applicazione concreta, il protocollo prevede anche la possibilità di organizzare eventi di natura enogastronomica ad ogni livello nei quali, comunque, nel rispetto di tematiche quali ecologia, ambiente, biodiversità e transizione ecologica in genere. Oltre ad attività di educazione e formazione anche nelle scuole.
Questa collaborazione, come primo atto tangibile, vedrà la Città di Messina – insieme alla sua area Metropolitana – rappresentata e protagonista al prossimo Salone del Gusto – Terra Madre (Torino, Parco Dora, 22-26 settembre) attraverso lo stand allestito dalla “Comunità Slow Food per la Salvaguardia dello Stretto di Messina” nel quale si racconterà di una biodiversità da tutelare e salvaguardare, insieme a chi ne è il vero custode: i produttori, che con il loro prezioso lavoro, “sporcandosi le mani di pulito”, quotidianamente applicano pratiche agroalimentari e di pesca sostenibili.
Si racconterà di una città, Messina, e della sua Area Metropolitana che, attraverso un adeguato processo di transizione ecologica, potranno tornare a ricoprire quel ruolo che natura e storia le hanno assegnato: essere centro del Mediterraneo!