Il ristorante è sempre aperto nei miei pensieri
Oggi è giorno di chiusura.
Potrei riposare, staccare un po’ la spina, dedicarmi a qualcos’altro. Invece sono qui a pensare, ad immaginare, a costruire. Il ristorante per me non è mai chiuso perché sempre aperto nei miei pensieri.
È nel silenzio della sala che ritrovo le voci di chi è venuto a trovarci ieri, l’altro ieri, e i giorni scorsi e che sono la sostanza di ciò che facciamo ogni giorno.
Gestire un ristorante non è facile. Ci vuole dedizione, caparbietà, rinuncia.
Ovviamente per gestire un ristorante come intendo io.
Perché dentro ci devi mettere il cuore e l’anima, altrimenti è un ristorante come tutti gli altri e nulla di più.
Il mio ristorante è semplice, nel vero senso della parola.
Amo la semplicità ma per raggiugerla ci è voluto tanto lavoro, tanta attenzione.
Attenzione ai particolari, cura delle cose impercettibili, dal bicchiere alla giusta altezza, dal fiore fresco sul tavolo, al menù curato anche nella veste grafica.
E poi c’è la ricerca continua in cucina. Ogni piatto è pensato, studiato, provato.
Legato alla stagionalità e alla tradizione alla quale sono legata e che non mi abbandona mai. Molti dei piatti che proponiamo sono legati al ricordo, alla memoria, ad un sentimento.
Sono una precisina ma credo che questo tipo di approccio sia vincente ed appagante.
Sono trascorsi 12 anni da quando ho cominciato e il bagaglio raccolto fino qui racchiude silenzi, ricordi, ricette, viaggi, insegnamenti. Tutti li pronti all’uso, li fermi ad aspettare un mio segnale.
E nel giorno di chiusura forse sarebbe meglio tornare a casa cercando di ricaricare le batterie, di rilassarmi fuori dalla mia “seconda casa”, ma qui risiede molta della mia vita vissuta e quella che vivrò e che cercherò di raccontare seguendo una filosofia nella vita e nel lavoro che è unica perché mia!
Adriana